Ecco cos’ha presentato il social network alla conferenza degli sviluppatori.
1) Camera Effects Platform
La novità di Menlo Park si chiama Camera Effects Platform: niente hardware per ora, anche se Zuckerberg di avere in cantiere un dispositivo ad hoc, ma l’esclusivo utilizzo della fotocamera dello smartphone per introdurre effetti e oggetti a tre dimensioni in scatti e filmati .
Per provare i nuovi filtri, che per ora hanno poco da dire in termini di realtà aumentata vera e propria, bisogna aprire la fotocamera di Facebook e selezionare la bacchetta magica in basso a sinistra.
L’idea, tutt’altro che nuova, è la stessa che è stata ben sfruttata da Pokemon Go: portare il digitale nel reale spazio circostante. E rendere lo spazio circostante (anche) digitale. Camera Effects Platform, come World Lenses di Snapchat, è in grado di riconoscere la posizione precisa (la tecnologia si chiama Slam), gli oggetti e la loro profondità e di catturare i volti, senza riconoscerli, per ora. La palla, in beta, passa agli sviluppatori.
Con l’app Giphy Thoughts del motore di ricerca delle Gif Giphy, ad esempio, si possono già porre fumetti sulla testa delle persone inquadrate. Il potenziale per le aziende è altissimo. Fra i partner a bordo ci sono Nike, Electronic Arts e Warner Bros.
2)Facebook Spaces
L’app Facebook Spaces, da utilizzarsi con il caschetto Vr, permette agli utenti di creare un avatar basato sulla foto del profilo e di interagire e incontrare – solo in digitale, ovviamente – gli altri utenti Una sorta di evoluzione di Second Life: prendere se stessi, le proprie amicizie, il proprio volto e scaraventarlo ovunque si voglia nel mondo per fare nuove esperienze.
Come Camera Effects Platform, questo prodotto tenta di fare ponte fra online e offline.
Prenderà piede? Dipende dal destino dei caschetti, e dalla capacità di soluzioni come questa di renderli un prodotto gradito alle masse.
3) Messenger 2.0 a tempo di musica
La piattaforma è utilizzata da 1,2 miliardi di persone e 65 milioni di aziende. I chatbot, presentati a F8 l’anno scorso, sono ormai 100 mila. Messenger vuole aiutarci a trovare quelli di nostro potenziale interesse con una nuova funzione di ricerca e dei suggerimenti, come se si trattasse di applicazioni.
Inizia inoltre a definirsi un futuro in cui non dovremo più aprire le singole app ma limitarci a interagire nelle finestre di dialogo: grazie a chat extensions gli sviluppatori saranno in grado di portare i loro servizi all’interno degli scambi.
Ad esempio, si potrà condividere e ascoltare una canzone di Spotify direttamente da Messenger. «Siamo ancora all’inizio, ma l’idea è di ribaltare le nostre abitudini: adesso scegliamo un servizio, aprendo una app o sito, e in un secondo momento pensiamo alle persone con cui condividerlo e spieghiamo loro come e perché.
Con le chat extensions, invece, partiamo dalle persone e non abbiamo che da importare la funzione nella chat», spiega David Marcus, numero uno di Messenger. Ha senso: basti pensare a quando ordiniamo del cibo o prenotiamo un volo e poi mandiamo lo screenshot a qualcuno. L’idea è di farci compiere l’azione all’interno della conversazione, magari godendo dei suggerimenti dell’intelligenza artificiale, senza doverla mai lasciare.
Per provare la novità, ancora in fase embrionale, bisogna aggiornare Messenger, entrare in una finestra di conversazione e selezionare il cerchietto in basso a sinistra con il +.
Negli Stati Uniti sta poi crescendo l’intelligenza artificiale di M, non ancora disponibile nei nostri confini, che è in grado di suggerire cosa ordinare attraverso delivery.com.
4) Le videocamere 360°
Lo scorso anno, sempre a F8, Facebook ha presentato Surround, una videocamera open source per girare video a 360 gradi pronti per la realtà virtuale.
Adesso fa un (doppio) passo avanti con i modelli di nuova generazione: x24 e x6, caratterizzati da – rispettivamente – 24 e 6 obiettivi.
A differenza della prima versione, le nuove videocamere sono più piccole e maneggevoli e consentono di spostarsi mentre si guarda il filmato, come se si stesse indossando un caschetto per la realtà virtuale.
In questo modo, le immagini risultano meno piatte e più realistiche.
5) Instagram offline
All’app fotografica è stato dedicato un solo annuncio a margine; la versione per Android è in grado di eseguire una serie di azioni anche offline.
Il perché è presto detto. Facebook vuole spingere il suo gioiellino anche nei Paesi in via di sviluppo, dove la connessione non è ottimale.
E dove Android va per la maggiore. In futuro dovrebbe essere comunque coinvolto anche iOs.
In assenza di collegamento adesso si possono creare nuovi post, si può dare il proprio apprezzamento agli scatti e video altrui o commentarli e si può seguire o smettere di seguire profili.